venerdì 31 agosto 2007

Quasi al tramonto di ieri

Sdraiato sul prato, fissavo l' eterno dissolversi e ricomporsi delle nuvole nel loro infinito vagabondare in cerca del Nulla. Un raggio di sole mi abbagliò, costringendomi a socchiudere gli occhi e a concentrare l' attenzione sul suono delle onde del vento, un mare in tempesta che mi cullò fino a farmi pressoché addormentare.
E' in questi momenti che la mente può liberarsi dai troppi fardelli che, con viltà, le assegniamo, giungendo a farsi trasportare dall' instancabile fluire delle Cose.
E' in questi momenti, quando gli odori hanno un colore e i suoni una forma in divenire, che capisci come non ci sia niente da capire, che ti senti un granello di soffice sabbia nella clessidra del tempo scossa da qualche Dio che, guarda caso, in quell' istante è lì con te, è in ogni pietra, in ogni vibrazione, in ogni persona.
E, proprio in questi momenti, il tuo corpo sembra non avere consistenza, mentre i tuoi pensieri ti abbandonano e per un poco ti sembra di osservarti dall' esterno, in tutta la tua ridicola impermanenza.
Quasi al tramonto di ieri, proprio in quel momento, un' ape mi ha cagato sulla fronte.
Che schifo.

Alla prossima ape,
Francesco

Nessun commento:

Posta un commento